Attualità

Solerti impiegati pubblici.

A Bologna una ragazza ha sconfitto il cancro con la terapia Di Bella ma l’Ausl chiede il risarcimento. Barbara Bartorelli è riuscita a tornare alla vita grazie alla terapia del compianto dott. Di Bella ma la regione ha chiesto il risarcimento delle terapie ed il giudice le ha dato ragione: questa terapia non era tra quelle considerate efficaci e la sperimentazione avvenne su un tipo di cancro diverso da quello dell’imprenditrice.   La vicenda è quanto mai ingarbugliata: è il 2003 e la Bartorelli si ammala, le viene diagnosticato il cancro di Hodgkin, dunque inizia il classico ciclo di chemioterapie, ma si riveleranno tutte inutili. Non resta chela strada dell’intervento chirurgico, con pochissime garanzie di riuscita, la Bartorelli decide di non fare l’operazione ma di optare per il metodo Di Bella.

Le cure sono costose, circa 2mila euro al mese, e lei all’epoca dei fatti non aveva il denaro necessario, tanto che in molti organizzano raccolte fondi e collette, fino a quando non si rivolge ai giudici, che constatando con perizie mediche che la cura sta dando i suoi frutti e riconoscendo che la donna non può sostenere altre spese, decidono di darle dei “sovvenzionamenti”.

Gli anni passano fino ad oggi, quando l’Ausl decide di impugnare la sentenza, chiedendo di ribaltarla, perché: “Una sperimentazione ministeriale stabilì che era inefficace” e dunque ora dovrà essere Barbara a risarcire l’Ausl.

Una storia che sale agli onori delle cronache a pochi giorni dalle dichiarazioni del dott. Umberto Veronesi, in cui l’oncologo ha riconosciuto il “Metodo Di Bella” come efficace, e che dunque dopo anni di boicottaggi e ricerche clandestine, inizia ad essere accettato dalla comunità scientifica.