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Montitown e Pisapiacity

Sono stato a Pisapiacity in questi giorni, servizio metrò peggiorato e stazioni piene di vu cumprà che ingombrano l’accesso ai treni. Mentre facevo lo slalom tra le merci cinesi vendute da costoro, costruite con lo sfruttamento di minori e non, costruite fuori da ogni normativa di sicurezza, mi domandavo dove mai fosse finita la paladina lotta all’evasione fiscale che da sempre vede la sinistra come sua scudiera.  Ma come, tutti dobbiamo svenarci per pagare le tasse, tutti dobbiamo assistere alla chiusura delle aziende che non ce la fanno a sostenere la pressione fiscale sia diretta che indiretta e loro possono fare ciò che vogliono?!? Possono vendere prodotti insicuri costruiti da schiavi, possono esercitare senza alcuna licenza e fuori da ogni regola, possono evadere! E’ davvero dura per i politically correct sinistri: far rispettare la legge e apparire razzisti secondo le loro proprie definizioni o  lasciar correre e accettare l’evasione fiscale e lo sfruttamento senza i diritti CGIL/FIOM? Nella loro atavica e irreparabile propensione all’incongruenza, nella sinistra Pisapiacity si è scelto da dar corso all’evasione santa e politically correct dei clandestini.

A Sesto s. Giovanni, feudo rosso duro e puro, sul rondò c’erano fino a questa primavera alcuni negozi, tra cui una pizzeria da asporto e un gigantesco negozio di tappeti pieno di merci e vuoto di clienti, gestito da un marocchino, che appare inossidabile a qualunque crisi sia economica, sia di avventori; tuttavia quest’estate ha deciso di svendere tutto, tutto a metà prezzo per imminente cessazione di attività…è ancora lì, che svende tutto, pieno di tappeti e zero acquirenti. In compenso tutti gli altri negozi, compresa la pizzeria, non ci sono più, è rimasto solo lui, un’agenzia Adecco e Tarantola. Tutto questo succede a Montitown, la citta che mostra la crisi.