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Il Principio di Peter

9788862550017Al di fuori degli schemi mentali dove simpatia, ideologia o convenienza e ricerca del tornaconto possano falsare una corretta analisi dei fatti e delle azioni, è interessante indagare come un governo composto da persone innegabilmente preparate ed erudite nel proprio campo di competenza, possa fallire con tanto clamore e così miserabilmente. Sia sotto il profilo tecnico che politico il Governo Monti si è rivelato un disastro, ha peggiorato i conti dello stato senza alcuna contropartita a livello sociale e ha vistosamente depresso l’economia reale con un inutile aumento della tassazione. Sul piano politico il governo tecnico si è dimostrato altrettanto incapace accettando i diktat berlinesi, pur riconoscendoli sbagliati e depressivi per la nostra economia, e ha gestito il  contrasto con l’India peggio di come avrebbe fatto una classe di scolaretti del liceo. Mi è capitato per le mani un libro che spiega molto bene come questo sia possibile; scritto dallo psicologo statunitense Laurence J. Peter e dall’umorista Raymond Hull in questa opera viene definito il Principio di Peter:

In una gerarchia, ogni dipendente tende a salire di grado fino al proprio livello di incompetenza

In sostanza il meccanismo descritto è questo: un dipendente competente viene promosso ad un livello superiore in funzione della competenza dimostrata nel ruolo che ha ricoperto, ma non è detto che sia parimenti competente anche nel nuovo ruolo e, anche ammettendo che lo sia, verrà promosso ad un incarico ancora superiore e cosi via, di promozione in promozione, fino a raggiungere un ruolo in cui è incompetente; quindi in base a questo principio ogni posto chiave è destinato ad essere occupato da individui che crano più problemi di quanti ne possano risolvere, cioè da incompetenti. Credo che questo sia ciò che è successo  a Monti e ai suoi ministri, essi sono giunti al proprio livello di incompetenza. Essere un capo è molto difficile e non solo non si può insegnare ma è innato nel carattere; questa proprietà vine definita “attitudine al comando”. Un capo deve essere un buon organizzatore, deve essere in grado di mettere l’uomo giusto giusto al posto giusto, deve essere saldo di carattere e, sopratutto, deve fare gli interessi della compagine che comanda. Deve avere coraggio per non farsi condizionare dagli agenti esterni,  deve guardare avanti con decisione. Un buon capo non ha paura di decidere, un buon capo è tale non perchè prende sempre decisioni giuste, ma perchè prende SEMPRE una decisione. Un buon capo è capace di tenere unita la sua squadra, è capace di motivare la sua squadra, conosce la sua squadra e la sue possibilità. Il governo Monti non aveva nulla di tutto questo, come non ne avevano nulla gli esecutivi precedenti, come non ne avrò nulla il prossimo governo. In più i nostri esecutivi non hanno legittimazione costituzionale e l’Italia è considerata, quando va bene, nulla.

Laurence J. PeterRaymond Hull, Il principio di Peter – ISBN: 8862550014 – Ed Calypso