Un cinefilo collezionista di vecchie pellicole acquista da un privato, una decina di bobine di altrettanti vecchi film. In mezzo a questi cé’anche una bobina piú piccola, senza etichetta e che attira l’attenzione del cinefilo il quale, dopo la visione del cortometraggio in essa contenuto, viene colto da cecitá isterica. Il filmato, risalente a 50 anni, oltre ad essere alquanto crudo e bizzarro, é pieno zeppo di inserti subliminali. A quale scopo? e perché chi assiste alla proiezione viene colto da reazioni diverse ma sempre angoscianti e negative? Qualcuno sembra stia cercando in tutti i modi di entrarne in possesso.
Contemporaneamente, a kilometri di distanza, nel cosro di lavori per la costruzione di un oleodotto, viene riportata alla luce una fossa comune contenete i cadaveri in avanzato stato di putrefazione, di 5 uomini uccisi con armi da fuoco, gli occhi, il cervello e le mani asportati chirurgicamente. Un caso che ricorda un fatto analogo avvenuto molti anni prima in egitto, col ritrovamento di 3 cadaveri nelle stesse identiche condizioni. Un filo sottile e quasi invisibile unisce le due serie di delitti e il cortometraggio, e sará compito del commissario Sharko, profiler dell’interpol, affetto da una forma di schizofrenia che lo rende particolarmente intuitivo nel suo lavoro ma al tempo stesso bizzarro ed eccentrico, svelare il mistero.
Buon thriller a tinte forti del francese Franck Thilliez, che richiama alla mente, ovviamente direi, Il silenzio degli innocenti e i romanzi del suo conterraneo Jean Christophe Grangé, ma che personalmente mi ricorda ancor piú da vicino due eccellenti romanzieri di genere: i tedeschi Wulf Dorn e Sebastian Fitzek, per via del tema delle patologie del cervello e per líntrico della trama. Originale l’idea del poliziotto schizofrenico, che aggiunge un tocco leggero in una atmosfera pesante e a un enigma particolarmente intricato.