Riporto sulla grave vicenda che riguarda MPS gli articoli di due giornali opposti tra loro come i poli di una calamita: L’Unità e Il Giornale. Il primo cerca di minimizzare la cosa, cerca di tenere al guinzaglio i lettori/elettori/apostoli che sotto le elezioni potrebbero non rispondere più come da copione; mentre il secondo, a cui non par vero di aver messo i denti su un osso tanto gustoso, spara fuoco e fiamme contro il nemico sinistro da sempre ammantato di quella patina alla “noi siamo onesti e depositari dell’onestà” che tanto irrita parche non può esser vera e non lo è. I tribuni sinistri, ancorché imbattuti maestri di rettorica, hanno (e avranno) il loro bel daffare per giustificare le malefatte di questo Scrooge che il loro monarca Napolitano ci ha piazzato sulla groppa con tutto il pesante fardello di sangue e tasse che ci è costato.
L’Unità
Sulla questione del Monte dei Paschi di Siena c’è una «confusione creata per evidenti ragioni», e in particolare «è completamente frutto di fantasia» il paragone tra l’ammontare dell’operazione Monti-bond e il gettito dell’Imu.
Così Mario Monti, in conferenza stampa da Davos. Rispondendo ad una domanda sul tema della vigilanza, Monti ha risposto: «Posso riferirmi al comunicato del Mef, qui non è in questione il tema dei controlli, e soprattutto è importante sottrarre questa tematica del Monte dei Paschi alla confusione che si sta creando intorno ad essa per evidenti ragioni. In particolare, per quanto riguarda il governo e il Mef, ciò che è stato detto circa interventi finanziari, comparazioni tra ammontare dell’operazione e gettito di imposte, è completamente frutto di fantasia».
Tanto più che «la sottoscrizione degli strumenti finanziari non è avvenuta, perchè ancora non si sono verificatie alcune condizioni necessarie per finalizzare l’operazione». Dunque, conclude Monti, «è un tema che non sussiste».
Intanto, c’è stato un colloquio telefonico fra il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e il premier. Il Governo ha assicurato, secondo quanto si apprende, la propria disponibilità a riferire quanto prima in Parlamento. Con ogni probabilità sarà il ministro dell’economia Vittorio Grilli a riferire ma non in aula, quanto nelle commissioni preposte, Bilancio e Finanze.
E sulla questione è intervenuto anche Giorgio Napolitano: «È una questione abbastanza grave e se ne sta occupando la Banca d’Italia. Non sono esperto di banche, ma se la questione è grave bisogna occuparsene. Ed io ho piena fiducia nella Banca d’Italia»
Il Giornale
Il prestito statale erogato al Monte dei Paschi di Siena attraverso i Monti bond è di 3,9 miliardi di euro: uguale al gettito incassato dall’erario pubblico grazie all’imposta sulla prima casa. Le cifre combaciato, c’è poco da farci. Lo scandalo è sotto gli occhi di tutti: il premierMario Monti ha usato i nostri risparmi, il frutto dei nostri sacrifici, per salvare la banca del Partito democratico.
Come se non bastasse questa presa in giro, il Professore derubrica le accuse e la ragionevole rabbia degli italiani a semplici “fantasie”. E anche la banca senese assicura: “La situazione è completamente sotto controllo”.
Mentre in Italia lo scandalo dei Mps, da sempre feudo rosso, travolge i vertici di via del Nazareno e mette in seria difficoltà il dicastero di via XX Settembre, Monti mantiene la posizione e, da Davos, risponde a tono alle accuse che gli vengono rivolte nelle ultime ore. Nei prossimi giorni toccherà al ministro dell’Economia Vittorio Grilli riferire in parlamento del pasticcio sui bilanci del Monte dei Paschi, una voragine che viene fatta pagare agli italiani. Nell’agenda Monti rientra, infatti, il salvataggio pubblico dell’istituto senese attraverso un prestito dello Stato di 3,9 miliardi di euro sotto forma di obbligazioni. Si tratta dei famosi Monti bond. Un provvidenziale aiuto governativo che va a coincidere proprio con la cifra versata dagli italiani attraverso il pesante saldo dell’Imu. Il Tesoro ci ha tenuto a far presente che, ad oggi, la sottoscrizione dei “Monti Bond” da parte del Monte dei Paschi “non è avvenuta perché non si sono ancora verificate alcune delle condizioni necessarie per completare l’operazione”. Così, dopo aver rimandato al comunicato del ministero dell’Economia le risposte in merito all’intera vicenda, Monti ha assicurato che non è in questione il tema dei controlli: “È ora importante sottrarre la tematica dell’Mps dalla confusione che è stata creata per evidenti ragioni”. “Quanto è stato detto sugli interventi finanziari e sull’ammontare che sarebbe stato impiegato per Mps e il gettito Imu è oggetto di fantasie – ha detto Mario Monti al World Economic Forum di Davos – è un tema che non sussiste”.
A Piazza Affari il titolo di Rocca Salimbeni ha ceduto un altro 8,19% arrivando a 0,23 euro e portando le perdite delle ultime tre sedute a oltre il 20%. Mentre la politica e i media chiedono di fare chiarezza, il premier uscente si batte per tener fuori dal dibattito lo scandalo che sta facendo tremare la banca rossa. Dopo il terremoto, tutte le parti chiamate in causa hanno iniziato a scaricare le proprie responsabilità. Il Pd e Pier Luigi Bersani giurano di non avere nulla a che fare con i vertici della banca. La Banca d’Italia accusa i vertici di Mps di aver nascosto alcuni documenti. Grilli accusa l’istituto di via Nazionale di non aver controllato abbastanza (“La situazione di Mps non è una novità, non è un fulmine a ciel sereno. Sui controlli dico solo che sono di competenza di Banca d’Italia”), mentre a stretto giro il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si sbraccia nel rinnovare la propria fiducia nei vertici di Bankitalia. Il governo Monti assicura di aver fatto tutto secondo le regole. Insomma, è il caos. Il buco c’è, ma le colpe? Per il momento, l’unico problema del Professore è tenere il dibattito fuori dalla campagna elettorale per evitare posizioni scomode o accuse che possano farlo ulteriormente precipitare nei sondaggi.