Politica

Demagogia retorica

Demagogia: s.f. – Degenerazione della democrazia, per la quale al normale dibattito politico si sostituisce una propaganda esclusivamente lusingatrice delle delle aspirazione economiche e sociali delle masse, allo scopo di mantenere o conservare il potere . Dal gr. demagogos = capopolo

Retorica: com. Atteggiamento dello scrivere o del parlare, o anche dell’agire, improntato a una vana e artificiosa ricerca dell’effetto con manifestazioni di ostentata adesione ai più banali luoghi comuni. Dal lat. (ars) rhetorica, dal gr. rhètorikè (tèkhnè) = arte dell’eloquenza

Dal Devoto-Oli riporto queste definizioni che, mi pare, all’Unità abbiano non solo ben compreso ma che bene sanno applicare. Sono maestri, all’Unità, nell’applicare la retorica e la demagogia, maestria che dimostrano in questo articolo pubblicato il 7 aprile 2012.

da L’Unità 7 aprile 2012

Quando muore un combattente per la libertà

Rosario Bentivegna, partigiano gappista, organizzatore dell’azione di Via Rasella, ci ha lasciato. Uomini come lui con il loro coraggio e la fedeltà alle loro scelte hanno contribuito a riportare l’Europa e il nostro Paese alla democrazia e alla libertà.
Il fronte del revisionismo e del negazionismo italiano compatti nel corso di tutto il secondo dopoguerra hanno cercato di marchiare come crimine, come strage assassina il legittimo attentato di via Rasella contro una colonna di SS.
Quell’attacco partigiano fu un legittimo atto di guerra contro l’esercito occupante della dittatura criminale genocida nazista alleata della dittatura criminale e genocida del fascismo italiano, come è stato stabilito in ogni grado di giudizio dei nostri tribunali.
A Rosario Bentivegna come era logico, nel momento della morte, sono stati tributati gli onori dovuti a un uomo che ha combattuto per restituire dignità alla sua patria e riportare i valori della civiltà al suo popolo.
Ma come era prevedibile, nostalgici fascisti mai redenti e revisionisti a vario titolo hanno approfittato dell’occasione per manifestare un ennesima volta il loro disprezzo per l’antifascismo, per la Resistenza e per la Costituzione repubblicana.
Ora che la stagione del berlusconismo con tutto il suo corredo di sottocultura reazionaria e fascistoide ha miseramente concluso la sua parabola e che anche il leghismo xenofobo e pararazzista mostra la squallida verità che sta dietro alle sue farneticazioni pseudo nazionaliste, sarebbe tempo, per il bene dell’Italia, di bandire dai nostri media e dalle nostre scuole il revisionismo ideologico e strumentale.

Questo “combattente per la libertà” fece esplodere, il 23 marzo 1944, un ordigno in via Rasella a Roma uccidendo 33 soldati tedeschi della 11ª compagnia del III battaglione dello SS-Polizeiregiment Bozen e 2 civili italiani, Antonio Chiaretti di anni 48 e Pietro Zuccheretti di anni 13. Assolutamente inutile sotto il profilo militare, di nessun supporto all’operazione Shingle, lo sbarco alleato ad Anzio avvenuto il 22 gennaio 1944, da questa scellerata ed inutile  manifestazione di forza, forza che non esisteva ne’ mai è esistita,  seguirono rastrellamenti ed esecuzioni sommarie alle Fosse Ardeatine. L’unico risultato di quell’azione fu di massacrare due incolpevoli civili, un uomo e un ragazzino, e di scatenare l’inevitabile rappresaglia tedesca, ma retoricamente e demagogicamente non solo per i compagni dell’Unita il Bentivegna fu un combattente, ma fu anche un combattente per la libertà. Quale libertà? Quella di “di bandire dai nostri media e dalle nostre scuole il revisionismo ideologico e strumentale”? O quella di mantenere nei media e nelle nostre scuole solo la verità comunista dell’Unità? Ora, morto il partigiano Bentivegna, hanno un nuovo eroe, Mario “Rattlesnake Schettino Sachsman” Monti, rimpiazzo del “berlusconismo con tutto il suo corredo di sottocultura reazionaria e fascistoide” ma democraticamente eletto, mentre Monti presiede un governo tecnico mai votato da nessuno e sicuramente non democratico; ma demagogicamente e retoricamente i compagni dell’Unità questo non lo dicono…spero che la gente non abbia più a che fare con i loro “eroi”.